Dal 18 al 21 settembre 2019 si è tenuto a Budapest (Ungheria) il primo convegno europeo sulla Crop Diversification, con l’obiettivo di esplorare il potenziale della diversificazione delle colture nel migliorare la produttività, fornire servizi ecosistemici e rendere le filiere del settore agroalimentare più sostenibili ed efficienti.

Durante i tre giorni sono state presentate 90 comunicazioni orali e 75 poster, distribuiti in 16 sessioni parallele e 5 seminari tematici.

b_450_250_16777215_00_images_WhatsApp-Image-2019-09-19-at-22.04.17.jpegIl convegno, promosso dal progetto H2020 DiverIMPACTS, è stato inaugurato dal coordinatore Antoine Messéan, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica francese (INRA), con una presentazione sulle modalità da adottare per la transizione verso la diversificazione ed il mantenimento dei sistemi agroalimentari. I saluti iniziali sono stati tenuti da Dora Drexler, direttrice dell'ÖMKI - Istituto Ungherese di Agricoltura Biologica e partner del progetto DiverIMPACTS.

Il forte interesse manifestato per i temi trattati nel convegno ha messo in luce l’attenzione verso la diversificazione colturale da parte della comunità scientifica internazionale. A questo proposito, a partire dal 2018 i partecipanti ai progetti europei finanziati nell'ambito del bando H2020: DiverIMPACTS, Remix, TRUE Legumes, DIVERSify, LEGVALUE e Diverfarming, si sono riuniti nel Diversification Cluster per approfondire le tematiche legate alla diversificazione a livello di sistema colturale e di filiera agroalimentare.

Il gruppo dei ricercatori del progetto H2020 Diverfarming ha partecipato con 11 comunicazioni orali e 8 poster. Nella sessione moderata da Jorge Álvaro-Fuentes del CSIC di Zaragoza (Spagna), Claudia Di Bene (CREA-AA, Italia) ha presentato una comunicazione sullo studio degli effetti della diversificazione sulla produzione delle colture e sul sequestro del carbonio organico nei suoli. Álvaro-Fuentes ha anche presentato i risultati preliminari del suo studio sull'emissione di gas serra del mais in rotazione alle leguminose.

Il coordinatore del progetto Raúl Zornoza (Università Politecnica di Cartagena, Spagna), ha presentato i risultati ottenuti in una rotazione biologica melone-fagiolo, come valida alternativa per aumentare la produttività del melone nella pianura della provincia di Murcia (Spagna), moderando poicon Sören Thiele - Bruhn (Università di Trier, Germania) una sessione sulla diversità funzionale microbica e fungina del suolo nei sistemi colturali diversificati, alla quale hanno partecipato anche Alessandra Trinchera (CREA-AA, Italia), Luigi Orrù (CREA-GB, Italia) e Felix Dittrich (Università di Trier, Germania). Le implicazioni socioeconomiche dell’adozione dei sistemi colturali diversificati sono state affrontate infine da Francisco Alcón (Università Politecnica di Cartagena, Spagna) e da Emanuele Blasi (Università della Tuscia, Italia).

Le sessioni di lavoro hanno fornito utili ed innovative informazioni sullo studio delle potenzialità della diversificazione delle colture, sia in ambito socioeconomico sia ambientale come efficacie strumento nella lotta contro i cambiamenti climatici. Cristina Castagnotto (Industrias David, Spagna) ha moderato un’interessante sessione sulle innovazioni tecnologiche applicate alla diversificazione delle colture. Il congresso si è concluso con una visita in campo a due vigneti ungheresi in cui si studia la diversificazione del vigneto realizzata con un inerbimento dell’interfila per migliorare la qualità ambientale del sistema ed aumentare la biodiversità nell’agroecosistema e la ritenzione di acqua e sostanze nutritive nel suolo.

Diverfarming è un progetto finanziato dal Programma Horizon-2020 della Commissione Europea, nell'ambito della sfida della "Sicurezza alimentare sostenibile, agricoltura e silvicoltura, ricerca marina e marittima e delle acque interne e bioeconomia" a cui partecipano Università, Enti pubblici di Ricerca, e Associazioni di produttori. Per quanto riguarda le Università i partner sono la Politecnica di Cartagena e Cordova (Spagna), la Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Paesi Bassi), Trier (Germania), Pècs (Ungheria) ed ETH di Zurigo (Svizzera). Tra gli enti pubblici di ricerca ricordiamo il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria (CREA, Italia), il Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC, Spagna) e l'Istituto di Risorse Naturali (LUKE, Finlandia). Tra le aziende private e le associazioni di produttori partecipano l'organizzazione agricola ASAJA, Arento, LogisticaDFM e Industraias David (Spagna), le società Casalasco e Barilla (Italia), Nieuw Bromo Van Tilburg ed Ekoboerdeij de Lingehof (Paesi Bassi), Weingut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Ungheria) e Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).