Ricercatrici, agricoltori, tecnici e imprenditrici agricole di tutta Europa lavorano per la diversificazione delle colture nell'ambito del progetto Diverfarming

Parecchi anni fa, in Messico, Esperanza Huerta stava raccogliendo campioni di lombrichi da alcuni sistemi agricoli quando incontrò una raccoglitrice di banane che, inoltre, aveva terreni con alberi da frutto diversificati. Perché? La risposta è stata semplice: “perché i miei figli e le mie figlie non mangiano soltanto banane, ma hanno bisogno anche di altri tipi di frutta e verdura”.

L'aneddoto rappresentò una svolta per Esperanza, ricercatrice all’Università di Wageningen (Olanda), che considera essenziale la visione che le donne apportano all’agricoltura. Dopo alcuni anni, Esperanza lavora nel progetto Diverfarming sulla diversificazione delle colture finanziato dalla Commissione Europea, dove sviluppa le sue ricerche direttamente con le comunità agricole di Wageningen.

b_450_250_16777215_00_images_20180829DiverfarmingEsperanza.jpgSeguendo la scia della contadina messicana che ha diversificato il suo frutteto per rendere più completa la dieta dei suoi figli, ora Esperanza lavora con altre 68 donne con background come ricercatori, tecnici e agricoltori e che rappresentano il 47% del team Diverfarming.

Nel suo impegno per la visibilità delle donne e l'uguaglianza di genere, il progetto europeo ha raggiunto l'uguaglianza sia nel numero di donne che partecipano al progetto, sia nelle posizioni di rilievo che occupano.L'elenco delle donne è guidato da Marina Giménez, Manager di Progetto, dell'Ufficio Progetti Internazionali dell'Università Politecnica diCartagena (UPCT).Controlla i pagamenti e le entrate dei partner e fa quadrare i giustificativi del progetto grazie alle grandi dosi di flessibilità, polivalenza e creatività necessarie per risolvere i problemi in un progetto che comprende 25 istituzioni di otto paesi europei con idiosincrasie e lingue diverse.

Leadership territoriale

Le donne sono la maggioranza nel coordinamento territoriale del progetto, gestendo quattro delle sei regioni in cui Diverfarming ha suddiviso il territorio. Alessandra Trinchera, ricercatrice presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria (CREA)in Italia detiene le redini di una di queste regioni, il Nord Mediterraneo, dove funge da nesso tra il mondo accademico e le società italiane del consorzio, vale a dire Barilla e Casalasco. Serve da ponte per coinvolgere sia gli agricoltori maschi che le donne nell'adozione della diversificazione delle colture come soluzione ai problemi di erosione e calo della resa delle colture che la regione affronta, usando contemporaneamente linguaggi diversi e la conoscenza delle tradizioni come mezzi per gestire quotidianamente los viluppo dei suoi compiti di coordinamento.

Avendo partecipato a oltre 25 progetti nazionali e internazionali, per Alessandra "il contatto diretto con gli agricoltori, che spesso sono fonte di ispirazione per l'innovazione scientifica" continua ad essere uno degli aspetti più importanti del suo lavoro in agricoltura, un settore in cui considera che le donne abbiano un “ruolo essenziale per la loro capacità di innovazione e creatività e sensibilità verso i problemi sociali”.

Sebbene l'equilibrio di genere nelCREA sia piuttosto bilanciato nei gruppi di ricerca e nelle posizioni di rilievo, questo non è un riflesso fedele della società italiana, dove le statistiche del 2009 hanno rivelato che solo il 32,2% delle donne italiane gestiva le aziende agricole (Istat, 2009). Nonostante questa disuguaglianza, alcune iniziative verso l'uguaglianza come quelle che Diverfarming persegue stanno già dando frutti nella società agricola italiana: con quasi due milioni di impiegati nel settore, nel 2017 il numero di aziende agricole gestite da donne è aumentato del 6,6%. Il futuro dell'agricoltura italiana sembra femminile.

Uguaglianza sul campo

I terreni sperimentali in cui i tre attori ricerca, agricoli e agrobusiness stanno conducendo prove di diversificazione delle colture raggiungono anche il 50% di uguaglianza. Virginia Sánchez Navarro, 33 anni e dottorata dell'UCPCT, si trasferisce in quest'area e coordina due casi di studio: caso di studio 2 in cui è diversificata un’azienda di mandarini e caso di studio 16 in cui vengono testate diverse combinazioni di prodotti orticoli.

È esperta nella gestione sostenibile delle leguminose e studia la fertilità del suolo, le emissioni di gas serra, il sequestro del carbonio e lo stato nutrizionale delle colture, e valuta sia la vita in laboratorio che le relazioni sociali fornite dal lavoro sul campo.

Sebbene l'agricoltura spagnola resti dominata per il97,6% dagli uomini(Inchiesta della Popolazione Attiva, 4 ° trimestre 2018), Virginia evidenzia il lavoro all'interno del progetto di "donne che si inseriscono perfettamente in questo settore".

Cambio di paradigma nella scena europea

Il progetto Diverfarming è concepito sulla base del cambiamento di paradigma dell'agricoltura europea in una transizione verso un'agricoltura più sostenibile per l'ambiente e più efficiente per gli agricoltori grazie all'uso della diversificazione delle colture e alle pratiche di gestione a basso input. Contemporaneamente, include al suo interno una prospettiva di genere che cerca di dare visibilità alle donne in un settore in cui solo il 30% delle aziende agricole nell'Unione europea è gestito da donne (Eurostat) e in cui il divario salariale tra le donne rispetto agli uomini è di circa il 16% (Commissione europea, 2014).

La parità all'interno del nucleo del progetto diventa quindi un esempio e un driver all'interno del settore. Misure che spaziano dalla progettazione di attività di formazione rivolte alle donne o alla stimolazione della partecipazione di agricoltori, tecnici o lavoratrici nel settore alla rete di "Comunità di donne e uomini agricoltori" che il progetto cercherà di mettere in pratica per la diversificazione delle colture, sono altri strumenti che sarannoutilizzati per realizzare il cambiamento nel paradigma dell'agricoltura europea verso uno scenario agricolo più femminilizzato e sostenibile.

Diverfarming è un progetto finanziato dal Programma Horizon-2020 della Commissione Europea, nell'ambito della sfida "Sicurezza alimentare sostenibile, agricoltura e silvicoltura, ricerca marina e marittima e delle acque interne e bioeconomia" a cui partecipano le Università di Cartagena e Cordova (Spagna), Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Olanda), Trier (Germania), Pècs (Ungheria) ed ETH di Zurigo (Svizzera), i centri di ricerca Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria (CREA, Italia), il Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC, Spagna) e l'Istituto di Risorse Naturali (LUKE, Finlandia), l'organizzazione agricola ASAJA, le società Casalasco e Barilla (Italia), Arento, LogisticaDFM eIndustrias David (Spagna), Nieuw Bromo Van Tilburg edEkoboerdeij de Lingehof (Paesi Bassi), Weingut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Ungheria), Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).