Il gruppo olandese di Diverfarming e gli agricoltori della zona discutono i primi risultati della diversificazione colturale

Un gruppo di of 21 persone, composto da 18 braccianti e tre ricercatori dal progetto Diverfarming, si è scambiato opinioni ed esperienze riguardo i risultati ottenuti dal campionamento dei casi studio olandesi, in un incontro tenutosi a Groningen (Olanda).

Dopo il primo anno di diversificazione, il personale di ricerca dell’Università di Wageningen (Olanda) ha effettuato un campionamento di suoli e coltura per conoscere, attraverso l’uso di parametri biologici, i benefici che la diversificazione colturale e le pratiche di gestione a basso input presentano rispetto alla monocoltura tradizionale.

b_450_250_16777215_00_images_20190218holanda.jpgI risultati di questo campionamento hanno mostrato come i sistemi a gestione biologica e con diversificazione favoriscano l’immagazzinamento di maggiori quantità di carbonio organico, e che la biodiversità del suolo aumenta, come dimostrato dall’aumento di lombrichi. Questi indicatori provano un migliore stato di salute del suolo in questi sistemi sia nel caso studio di diversificazione di lungo periodo (coltivazione di patata) sia nel caso studio iniziato con il progetto riguardante la diversificazione del mais con fagioli. Quest’ultima combinazione, portata avanti sulla stessa linea, favorisce un maggiore contenuto in proteine del raccolto. Nel frattempo, nel caso studio di lungo periodo si è visto come la rotazione diversificata favorisce una migliore qualità del suolo rispetto alla non rotazione o alla rotazione con un solo tipo di coltura.

Nel prossimo anno le prove di diversificazione continueranno e, insieme agli agricoltori, verranno prese decisioni su quali trattamenti implementare, con l’accento sulla rotazione delle colture e la diversità.

Diverfarming è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea, nell'ambito della sfida "Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e silvicoltura, ricerca marina, marittima e delle acque interne e bioeconomia", che conta sulla partecipazione delle università di Cartagena e Cordova (Spagna), Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Paesi Bassi), Trier (Germania), Pecs (Ungheria) e ETH Zurigo (Svizzera), i centri di ricerca Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Italia), il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna) e l'Istituto delle risorse naturali LUKE (Finlandia), l'organizzazione agraria ASAJA, e le aziende Casalasco e Barilla (Italia), Arento, Disfrimur logística e Industria David (Spagna), Nieuw Bromo Van Tilburg e Ekoboerdeij de Lingehof (Paesi Bassi), Weingeut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Ungheria) e Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).