Un gruppo internazionale di ricercatori studia come funziona il partenariato per raggiungere la sostenibilità nella filiera agroalimentare usando un caso studio pioniere: Barilla Sustainable Farming(BSF)

Il progetto europeo Diverfarming, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, non solo ricercala sostenibilità ambientale tra la diversificazione colturale e le pratiche di gestione a basso input, ma cerca anche di implementare soluzioni innovative sostenibili per la filiera agroalimentare rendendo anch’essa più sostenibile.In questo modo, anche gli attori della filiera otterranno benefici come la stabilità economica.

Sulla strada per raggiungere questi miglioramenti della filiera agroalimentare, i ricercatoridi Diverfarming lavorano in due modi differenti:progettazione e analisi delle filiere e il quadro di riferimento per le politiche di settore.

b_450_250_16777215_00_images_photo-1504224357642-c87eacea1da4.jpgGli ultimi progressi in questo campo sono stati raccolti nella pubblicazione di uno studio su come il partenariato possa promuovere la sostenibilità nelle filiere agroalimentari, focalizzato sul caso del Barilla Sustainable Farming nella valle del Po(Italia).

Mentre i cambiamenti climatici, le abitudini alimentari, l’inquinamento da pestici di, la diminuzione dei terreni coltivabili disponibili e lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali come il suolo (la cui fertilità è in continuo declino)sono problemi che mettono a rischio la sostenibilità e la stabilità del mercato agroalimentare, è necessario affrontare questi problemi da diverse prospettive.

Considerando che le multinazionali sono responsabili del sistema di produzione degli alimenti, dovrebbero stimolare una governance democratica a più livelli per rendere la produzione alimentare più sostenibile, alcuni ricercatori hanno proposto le cosiddette “multi–stakeholder partnerships (MSP)”, ovvero gruppi diversi che condividono un problema o un obiettivo comune pur avendo interessi diversi.Con questo approccio, i ricercatori Diverfarming Barbara Pancino ed Emanuele Blasi dell’Università della Tuscia, Stefano Pascucci dell’Università di Exeter eCesare Ronchi diBarilla G.&.R.Fratelli S.P.A. hanno studiato il caso diBarilla Sustainable Farming (BSF), una iniziativa che attualmente sta progettando un partenariato tra diversi portatori di interesse e attuando alcuni tipi di accord tra i diversi soggetti interessati.

Questa iniziativa è portata Avanti dal gruppo Barilla che, nel2013, ha introdotto pratiche di agricoltura sostenibile stabilendo accordi orizzontali tra Co.Pro.B, Cereal Docks e Consorzio Casalascodel Pomodoro, I suoi principali fornitori. Attraverso questo accordo le tre aziende integrano le loro filiere per mezzo di un sistema di rotazione colturale che combina frumento, barbabietola da zucchero, colza e girasole. Sebbene al momento gli accordi siano bilaterali, stanno lavorando per cambiarli in multilaterali.

Dopo lo studio, nell’articolo scientifico viene suggerito un approccio a due livelli per applicare il sistema di rotazione colturale. Il primo livello è un contratto per coinvolgere gli agricoltori nei benefici della diversificazione colturale, mentre il secondo si riferisce alla collaborazione tra i portatori di interesse nel partenariato cercando di integrare le filiere, la collaborazione tra ipartner e lo sviluppo di una serie di contratti che possono essere offerti agli agricoltori.Con questo tipo di partenariato anche “multi-stakeholder”l’applicazione della diversificazione colturale e altre pratiche di gestione sostenibile potrebbero essere efficaci e utili per raggiungere un sistema agricolo più sostenibile attraverso tutta l’Europa.

Pancino et al., 2019. Partnering for sustainability in agri-food supply chains: the case of Barilla Sustainable Farming in the Po Valley. Agricultural and Food Economics. Volume 7, Issue 1. ISSN: 2193-7532.

Diverfarming è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea, nell'ambito della sfida "Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e silvicoltura, ricerca marina, marittima e delle acque interne e bioeconomia", che conta sulla partecipazione delle università di Cartagena e Cordova (Spagna), Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Paesi Bassi), Trier (Germania), Pecs (Ungheria) e ETH Zurigo (Svizzera), i centri di ricerca Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Italia), il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna) e l'Istituto delle risorse naturali LUKE (Finlandia), l'organizzazione agraria ASAJA, e le aziende Casalasco e Barilla (Italia), Arento, Disfrimur logística e Industria David (Spagna), Nieuw Bromo Van Tilburg e Ekoboerdeij de Lingehof (Paesi Bassi), Weingeut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Ungheria) e Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).