Il gruppo di Diverfarming partecipa alla ‘European Conference on Crop Diversification’ tenuta a Budapest dal 18 al 21 settembre

Con l’intenzione di esplorare il potenziale della diversificazione colturale per migliorare la produttività, fornire servizi ecosistemici e rendere le filiere più sostenibili ed efficienti, oltre200 persone hanno partecipato alla prima conferenza europea sulla diversificazione colturale tenutasi tra il 18 e il 21 di settembre a Budapest.

La conferenza è stata guidata dal progetto H2020 DiverIMPACTS sulla diversificazione colturale, il cui coordinatore, il ricercatore all’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca Agronomica Antoine Messéan, ha avuto il compito di inaugurare l’evento sotto le premesse di“esplorare come può essere raggiunta la transizione per diversificare e mantenere i sistemi agroalimentari”. Accompagnato da Dora Drexler diÖMKI, l’Istituto di Ricerca per l’Agricoltura Biologica in Ungheria, ha aperto tre giorni coinvolgendo 90 diverse comunicazioni orali e 75 poster durante le 16 sessioni parallele e i cinque workshop tematici.

b_450_250_16777215_00_images_EE_O4_iXkAAZ6-b.jpgLa quantità e la qualità della partecipazione alla conferenza riflette come si sia gradualmente formata una comunità stabile attorno al concetto di diversificazione delle colture, attualmente rappresentata dal “Crop Diversification Cluster” formato dai progetti DiverIMPACTS, Remix, TRUE Legumes, DIVERSify, LEGVALUE e Diverfarming, tutti finanziati attraverso il bando H2020 della Commissione Europea.

Il gruppo di Diverfarming era presente con 11 comunicazioni orali e otto poster sugli argomenti studiati finora. La ricercatrice Claudia di Bene del CREA (Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente in Italia) ha presentato i progressi nello studio degli effetti positivi sulla produzione e sul sequestro di carbonio organico di sistemi colturali erbacei in una delle sessioni moderate da Jorge Álvaro Fuentes, anche lui membro di Diverfarming. Jorge Álvaro Fuentes inoltre ha presentato I risultati preliminary dello studio sulle emission di gas serra in rotazioni di mais con legumi.

Il coordinatore del progetto, Raúl Zornoza, ha presentato i risultati della combinazione di melone e fagiolo dall’occhio come opzione per migliorare la produttività del melone in una sessione parallela. Zornoza ha moderato, insieme a Sören Thiele–Bruhn (Università di Trier), anche la sessione sulla diversità microbica funzionale del suolo migliorata dalla diversificazione del Sistema colturale, a cui hanno partecipato anche Alessandra Trinchera (CREA), Luigi Orrù (CREA) e Felix Dittrich (Università di Trier). Anche le implicazioni economiche e sociali che può avere l’adozione di sistemi colturali diversificati sono state trattate dai ricercatori di Diverfarming Francisco Alcón (Università Tecnica diCartagena) ed Emanuele Blasi (Universitàd ella Tuscia).

Le sessioni di lavoro sono servite anche a progredire nello studio del potenziale della diversificazione colturale a livello sociale ed economico, e anche ambientale come alleato contro i cambiamenti climatici. Cristina Castagnotto (Industrie David) ha moderato una sessione di lavoro relativa alle innovazioni tecnologiche applicate alla diversificazione colturale. Il congressi è concluso con una visita a due vigneti ungheresi dove la vigna tradizionale viene diversificata con diverse specie di copertura a pascolo tra i filari per migliorare la qualità ambientale del sistema, con aumento della biodiversità e della ritenzione idrica e dei nutrienti nel suolo.

Diverfarming è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea, nell'ambito della sfida "Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e silvicoltura, ricerca marina, marittima e delle acque interne e bioeconomia", che conta sulla partecipazione delle università di Cartagena e Cordova (Spagna), Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Paesi Bassi), Trier (Germania), Pecs (Ungheria) e ETH Zurigo (Svizzera), i centri di ricerca Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Italia), il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna) e l'Istituto delle risorse naturali LUKE (Finlandia), l'organizzazione agraria ASAJA, e le aziende Casalasco e Barilla (Italia), Arento, Disfrimur logística e Industria David (Spagna), Nieuw Bromo Van Tilburg e Ekoboerdeij de Lingehof (Paesi Bassi), Weingeut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Ungheria) e Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).