Il settore agroalimentare esprime i punti di forza e di debolezza riscontrati in molteplici coltivazioni nei sistemi cerealicoli italiani

L'intensificazione agricola, caratterizzata dall'elevato uso di input esterni energetici ed agrochimici, ha indubbi effetti negativi sull'ambiente a lungo termine, con conseguente degrado del suolo, perdita di biodiversità e aumento delle emissioni di gas serra. Per invertire questa preoccupante tendenza e procedere verso un'agricoltura sostenibile e rispettosa dell'ambiente, pratiche come la consociazione e la riduzione degli input esterni si rivelano uno strumento efficace, ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica. Tuttavia, il percorso per la loro introduzione non è sempre facile.

Per conoscere la percezione che gli attori coinvolti (agricoltori, tecnici agricoli, amministrazioni pubbliche e associazioni) nel sistema agroalimentare cerealicolo-industriale in Italia hanno in merito all'adozione di pratiche di gestione sostenibile basate sull’introduzione di colture multiple, un gruppo di ricercatori ed esperti del progetto Diverfarming ha avviato una consultazione, per valutare i benefici e gli ostacoli che gli agricoltori devono affrontare quando si adottano pratiche innovative di diversificazione colturale.

Nel contesto italiano, entro il quale il progetto Diverfarming sperimenta l’introduzione delle colture multiple sia nei sistemi cerealicoli in asciutta sia irrigui, è stata condotta una consultazione pubblica che ha coinvolto oltre 50 operatori (compresi gli agricoltori, i consulenti tecnici, i tecnici delle amministrazioni pubbliche, le ONG, le associazioni e il personale di ricerca) in merito al loro livello di conoscenza e pratica delle attuali strategie di diversificazione da adottare, in alternativa ai sistemi agricoli intensivi.

b_450_250_16777215_00_images_WhatsApp-Image-2022-05-18-at-9.40.21-AM.jpegIl gruppo di esperti, composto dai ricercatori del Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CREA), l'Universidad Politécnica de Cartagena (UPCT) e l'Università della Tuscia hanno raccolto le opinioni del settore agroalimentare italiano in merito alle più importanti questioni agroambientali, alle azioni prioritarie, alle pratiche agricole più appropriate ed alla loro efficacia, nonché i principali ostacoli all'adozione di tali pratiche, effettuando un'analisi di tali percezioni attraverso il metodo dell’analisi multi-criteriale (utilizzato per emettere un giudizio comparativo tra progetti o misure eterogenei).

I problemi principali identificati dagli attori coinvolti sono i) il timore di perdere la redditività e ii) la limitata formazione professionale di molti agricoltori sulla consociazione. Per le parti interessate, un punto di forza molto importante risiede nel fatto che le colture scelte come alternative per le rotazioni di cereali e pomodori e le colture multiple (introduzione di legumi nella rotazione) siano già coltivate come monocolture e si siano già adattate alle condizioni pedoclimatiche locali, oltre ad essere colture ampiamente conosciute dai coltivatori.

Gli intervistati hanno ritenuto che le pratiche di lavorazione minima, mantenendo la copertura delle colture, le rotazioni, l'applicazione di letame e il sovescio siano adeguate ed efficaci. Queste sono le strategie di gestione sostenibile che il progetto ha proposto e che non risultano costose, non richiedono grandi investimenti in macchinari né agricoltori altamente qualificati, il che suggerisce un potenziale significativo per la loro introduzione.

La formazione degli agricoltori sulle tecniche menzionate e sulla gestione delle diversificazioni sarebbe una delle soluzioni alla mancanza di formazione relativa all’uso delle colture multiple, mentre l'integrazione di queste conoscenze entro le politiche nazionali per sostenere l'adozione di pratiche agricole sostenibili può essere una strategia per aumentarne l’accettazione.

Diverfarming è un Progetto finanziato dal Programma Horizon 2020 della Commissione Europa, nell’ambito della sfida di “Food Security, Sustainable Agriculture and Forestry, Marine, Maritime and Inland Water Research and the Bioeconomy”, accordo n. 728003. Il progetto conta sulla partecipazione delle Università di Cartagena e Cordoba (Spagna), Tuscia (Italia), Exeter e Portsmouth (Regno Unito), Wageningen (Olanda), Trier (Germania), Pecs (Ungheria) e ETH Zurigo (Svizzera), Enti di ricerca Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Italia), il Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (Spagna) e l’Istituto di Risorse Naturali LUKE (Finlandia), l’organizzazione agraria ASAJA e le cooperative Casalasco e Barilla (Italia), Arento, LogísticaDFM e Industrias David (Spgna), Nieuw Bromo Van Tilburg e Ekoboerdeij de Lingehof (Olanda), Weingut Dr. Frey (Germania), Nedel-Market KFT e Gere (Unghria) e Paavolan Kotijuustola e Polven Juustola (Finlandia).

Di Bene C, Gómez-López MD, Francaviglia R, Farina R, Blasi E, Martínez-Granados D and Calatrava J (2022) Barriers and Opportunities for Sustainable Farming Practices and Crop Diversification Strategies in Mediterranean Cereal-Based Systems. Front. Environ. Sci. 10:861225. doi: 10.3389/fenvs.2022.861225

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